L’azienda agricola a impatto positivo di quattro under 30
The Circle

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RomaQuattro giovani imprenditori romani hanno creato un’azienda agricola che grazie all’unione di acquacoltura e acquaponica ha eliminato qualsiasi tipo di rifiuto inquinante. Un’intuizione geniale messa in piedi da quattro amici classe ’92: Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino. Sono loro ad aver ripensato da zero un’azienda agricola, puntando sull’impatto positivo. «Abbiamo sin da subito voluto realizzare un progetto sostenibile e competitivo, capace di far fronte ai bruschi cambiamenti ambientali, in grado di combattere gli sprechi e produrre cibo di alta qualità», racconta Thomas Marino, uno dei fondatori di The Circle, impresa premiata alla Camera dei Deputati con il premio Best Wwworkers 2019 durante il Wwworkers Camp 2019.
Si tratta di un sistema a ricircolo di impianto acquaponico unico nel suo genere in Italia per lo sviluppo di coltivazioni personalizzabili e sostenibili di qualità. L’acqua, grazie all’impiego di una o più pompe, viene prelevata dalla vasca nella quale vengono allevati i pesci. Filtrata e depurata, quest’acqua irriga direttamente le radici dei vegetali contenuti all’interno di strutture verticali interamente fuori suolo e infine ritorna nella vasca di allevamento. Questo garantisce un risparmio di acqua di oltre il 90% rispetto all’agricoltura tradizionale. Allevare pesci e produrre ortaggi nello stesso spazio, convertendo gli scarti prodotti dai pesci in nutrienti per le specie vegetali.
E anche l’interesse della ristorazione è aumentato: così i quattro giovani hanno deciso di triplicare la capacità produttiva della loro realtà. «Accanto alla prima serra di mille metri quadrati ne abbiamo costruita un’altra di cinquecento con un nuovo impianto di coltivazione verticale in acquaponica interamente produttivo e che sarà in grado di assorbire le richieste di circa sessanta strutture di ristorazione sparse su tutto il territorio nazionale», dichiara Valerio Ciotola, Presidente di The Circle, in tasca una laurea in biotecnologie industriali. La produzione si è focalizzata su mizuna, senape e bietolina rossa, tatsoi e rucola, erbe aromatiche, pomodori rari e tuberi a seconda della stagione.
L’impianto acquaponico permette lo sviluppo in verticale della coltivazione, rendendo dieci volte più semplice il lavoro dell’operatore. Diventare leader nella produzione di cibo sostenibile, anche grazie all’installazione di speciali sensori per un controllo da remoto dei parametri dell’impianto. «Mappiamo il tasso di umidità, la temperatura, i valori dell’acqua. Disponiamo di aperture automatizzate o tracciabilità con blockchain». Anche in questo modo la tecnologia guarda alle sfide contemporanee dell’economia circolare.
Questo articolo è uscito su Metro il 11 Dicembre 2019 a firma di Giampaolo Colletti